Misure di rientro proposte dal Consiglio di Stato

In merito alle misure di risparmio presentate dal Consiglio di Stato la scorsa settimana l’Associazione Ticinese Lavoro Sociale manifesta la sua grande preoccupazione e contrarietà a quanto proposto, per i seguenti motivi: 

  • Le misure vanno a colpire l’ambito sociale nel suo insieme con una forza dirompente. Tutti i settori sono toccati pesantemente in modo trasversale, anche quelli che, in questo periodo di difficoltà per tutti, necessitano di essere rafforzati e ripensati.
  • Il congelamento di ogni innovazione e progetto in ambito sociale impedisce ai servizi un agire proattivo rispetto alle problematiche emergenti, limitandosi ad una gestione corrente ridimensionata. Questo agire, anche in ottica di risparmio, è incomprensibile, miope e di corto respiro; come immaginare di migliorare i servizi senza avere occasione di ri-pensarli e di lavorare su fronti diversi? La dimensione del lavoro nelle comunità, della prevenzione e della formazione alla cittadinanza, che sono le tendenze di cura del tessuto sociale che stanno dando buoni risultati ovunque, e a beneficio di tutti i cittadini, saranno bloccati, scegliendo la politica del cerotto, intervenendo solo quando il danno è già fatto, con conseguenze anche sui costi a lungo termine. L’investimento sul benessere dei cittadini è oggi un dovere e una necessità non più procrastinabile, pena ritrovarci tra qualche anno con servizi anacronistici e spese esplose per problematiche sociali lasciate degenerare.
  • La visione antiquata e iniqua che solo in ambito sociale la ricerca, l’innovazione e la sperimentazione siano una spesa, mentre in tutti gli altri ambiti sono un investimento, è paradossale e poco lungimirante, generando manovre senza alcun respiro e progettualità come quella proposta.
  • Colpisce, in un insieme di proposte estremamente discutibili, la scelta di colpire ancora più duramente le fasce più fragili; in particolare, la misura dei sacrifici richiesti al settore degli invalidi e del sostegno alle famiglie e all’infanzia sono inconcepibili.
  • Il taglio previsto della RIPAM (Sussidi cassa malati) che andrà a colpire migliaia di persone tra le più fragili, proprio nel momento di aumenti molto significativi ha una tempistica davvero spettacolare! E oltretutto va a colpire proprio quel ceto medio-basso, che rischia già di scivolare nella povertà in questo periodo segnato da dinamiche di aumenti generalizzati dei costi.
  • Il “contributo di solidarietà” del 2% circa rivolto ai dipendenti pubblici, che probabilmente sarà esteso a quelli para-pubblici, è ingiusto e iniquo. Si tratta, di fatto, di un aumento di contributi richiesto a una parte della cittadinanza che lavora a beneficio della collettività in ambito sociale o nei servizi. Ma perché, dato il corollario della discutibile “legge Morisoli”, che vieta l’aumento della pressione fiscale, per questa categoria di cittadini e cittadine non vale?

Per questi motivi ATLaS, coerentemente con i propri obiettivi, si oppone alle dette misure e si riserva di sostenere, partecipare e promuovere ogni iniziativa volta a contrastare, discutere e rivedere quanto proposto dal CdS.


Condividiamo infine un articolo di Christian Marazzi, economista e ricercatore, comparso su La Domenica il 24 ottobre 2023. Premi l'immagine per leggere l'articolo completo.
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